English versionenglish version

Artigianato

 

Lavorazione del corallo

Il cosiddetto “oro rosso” non vegetale, anche se ramificato, non minerale anche se pietrificato, ma secrezione calcarea prodotta da colonie di microrganismi, vuole la sua origine dal sangue che sgorga dalla testa recisa della Gorgone Medusa. Il corallo rosso del Mediterraneo, già migliaia di anni fa, seduceva i popoli, come testimoniato da diversi reperti archeologici. In Italia i primi a dedicarsi alla pesca e alla lavorazione sistematica del corallo furono i trapanesi che divennero ben presto abilissimi “scultori”, specializzati nell’incastonatura di piccoli coralli su oggetti sacri e di uso domestico. Ma il primato mondiale della lavorazione e commercializzazione del corallo spetta alla città di Torre del Greco, dove in vari laboratori si esegue la cosiddetta lavorazione “liscia” che raggruppa sfere, barilotti, cilindri, mandorle, cabochon, mentre l’incisione a cammeo è esercitata a domicilio da esperti artigiani che trasmettono la tecnica di incisione di padre in figlio.

 

Lavorazione della pietra lavica

La pietra lavica vesuviana originata dalle antiche eruzioni del Vesuvio è un materiale più robusto del marmo ed è molto famoso e richiesto in tutto il mondo. Gli storici “scalpellini”, definiti, al tempo dei romani, lapicidae, scolpivano i frantoi e le macine da destinare ai lavori agricoli; nel ’600 e ’700, come testimoniato dalle magnifiche Ville Vesuviane del Miglio d’Oro, realizzavano statue, colonne, fontane, porali e superbi scaloni delle ville dei sovrani borbonici e dei nobili della loro corte. Ciascun scalpellino instaurava un rapporto profondo con ogni pietra di lava da trasformare, denominandole per dimensione, allo stesso modo creavano dei nomignoli per individuare ciascun scalpello usato per forgiarle, tramandandone le tecniche di lavorazione di padre in figlio. Le odierne e moderne produzioni soprattutto per le pavimentazioni stradali non hanno minacciato la sopravvivenza della tradizionale lavorazione manuale della pietra. Nel Comune di Boscoreale, e dintorni, alcune aziende si dedicano alla lavorazione di questo prodotto, smaltandolo e lavorandolo con inserti di ceramica ed ottenendo tavoli, sedili e gioielli di bella fattura. Nell’arredamento di interni è sempre più diffusa la progettazione, realizzazione e posa in opera di pavimenti, rivestimenti, piani cucine, lavelli, caminetti.

 

Arte presepiale

Già nota per l’artigianato del corallo e dei cammei, Torre del Greco esprime l’indole artistica anche nell’arte presepiale. Risente dell’influenza del presepe del ’700 napoletano ma si distingue per originalità delle scenografie, per un’attenta disposizione delle figure presepiali e per la ricercatezza di luci e colori. Se a ciò si aggiunge il grande amore che il presepista torrese riserva per il Mistero della Nascita del piccolo Bambino, il tutto si traduce in un modello artistico elegante e ricco di calore cristiano. Alcune delle opere realizzate sono state esposte in Vaticano.

 

Restauro di mobili antichi

Le antiche tecniche artigianali e le moderne conoscenze in materia di risanamento dei materiali di Torre Del Greco, consentendo il recupero delle condizioni originarie dei capolavori di mobili, sculture e quadri provenienti da tutto il mondo.

 

Lavorazione tessuti

Oltre ad essere conosciuta come “città della pasta” e “città del vino”, nei laboratori artigiani di Gragnano si produce almeno il 20% dei costumi da bagno conosciuti nel mondo sotto il marchio “moda Positano”.

 

Lavorazione botti

Legata alla produzione del vino, l’arte di fabbricare botti, attività tipica di Boscotrecase e in generale dell’intera area vesuviana, è ancora oggi praticata dai bottai locali e rappresenta un’altra importante realtà per l’economia. Di questa antichissima arte, se ne trova cenno già nelle opere di Plinio e in quelle di Varone. In altri tempi e luoghi, Dante racconta dei bottai e della loro corporazione, ricordando come fossero gli artigiani più apprezzati dell’epoca e come la loro corporazione fosse una delle più potenti.

 

Arte del ricamo

Anche la passione per il ricamo ha radici antiche a Boscotrecase. Fin dagli anni ’30 due scuole tenute da religiose, le “Adoratrici del Sangue di Cristo” presso la parrocchia dell’Annunziatella e le “Pie discepole di Gesù Eucaristico” presso la parrocchia di Sant’Anna, per oltre 40 anni hanno insegnato a generazioni di ragazze i segreti del crochet, del ricamo classico e del tombolo. Gli splendidi corredi realizzati a mano, rappresentano una tradizione ancora molto sentita.

 

Arte dei Pupi

Un’antichissima e affascinante arte tradizionale di Torre Annunziata è quella dei Pupi, sostenuta da una famiglia di “pupari napoletani”, trapiantati a Torre Annunziata sin dal 1887. L’ultimo discendente di questa famiglia (Corelli) custodisce un immenso patrimonio in pupi, realizzati a mano, di circa un metro di altezza e circa 20 Kg di peso curati nelle fattezze e nella struttura. Hanno polsi e gambe snodati in modo da poter maneggiare spade e coltelli per affrontare realistici combattimenti e duelli. Il repertorio è fisso: rappresentano in particolare, il fantasmagorico mondo dell’Orlando Furioso dell’Ariosto, dei paladini di Carlo Magno e quello della “guapperia napoletana” della Napoli dell’800.

 
 

ALTRE LAVORAZIONI TIPICHE DEL TERRITORIO

 

Floricoltura

La floricoltura costituisce uno dei comparti di maggiore rilevanza di tutta l’agricoltura campana e gran parte della produzione proviene proprio dalla Costa Vesuviana. Si coltivano in serra delicatissime azalee, rose del deserto, euforbie, curcume, rose dal lungo stelo e dall’alto calice, profumati garofani, colorate begonie, camelie e cento altre varietà. Tipiche di queste zone sono le bulbose dell’area pompeiano-stabiese e le orchidee del Vesuvio. Provengono dalla Costa vesuviana i fiori per il grandioso addobbo floreale con garofani bianchi della sala d’oro del Musikverein di Vienna, sede del concerto di Capodanno, per la consegna dei premi Nobel a Stoccolma e per il Festival di Sanremo. I due importanti mercati dei fiori di Ercolano, situato alle falde del Vesuvio e di Pompei posto in una struttura all’uscita del casello autostradale di Castellammare di Stabia sono i luoghi ideali dove ammirare questa immensa distesa di colori.

 

Cantieristica

Settore d’eccellenza della Costa Vesuviana è la Cantieristica. Dotata di una organizzazione in grado di gestire la costruzione di imbarcazioni più o meno complesse, fin dalla fine del 1500 Castellammare di Stabia era località dai requisiti ottimali. I boschi di proprietà demaniale di Quisisana, alle pendici del Monte Faito, garantivano legname; le acque minerali permettevano un trattamento del legno altrove impossibile; i collegamenti con Napoli avvenivano su una strada larga e comoda; la consolidata competenza dei maestri d’ascia stabiesi assicurava disponibilità di maestranze qualificate. Questi cantieri hanno realizzato dell’Amerigo Vespucci al batiscafo Trieste (1953) e centinaia di altre belle navi lo stabilimento oggi proprietà della FINCANTIERI – Cantieri navali Italiani S.p.A. è esteso su circa 236.000 mq. dei quali 78.000 mq. coperti, non ha bacino galleggiante, ma uno scalo di 234 m e largo 32. In esso si costruiscono navi cisterna e rinfusiere, nonché cruise ferries, car-carriers.
Anche a Torre Annunziata la passione per le imbarcazioni divenne ben presto una tradizione di famiglia. Oggi 14 aziende d’eccellenza si sono unite per la realizzazione di un nuovo polo nautico, localizzato su aree dismesse e in grado di offrire servizi a terra e in acqua di alto livello, il più importante della regione Campania.
Anche Torre del Greco, fino all’800 vedeva la sua maggior risorsa nelle attività inerenti al mare. Prima fra tutte, l’attività manifatturiera legata alle costruzioni navali e l’attività mercantile legata all’attività peschiera e a tutta l’industria del corallo. Le lavorazioni nei cantieri cittadini, dei c.d. maestri d’ascia, erano conosciute non solo in Italia ma anche all’estero. Alcune delle imbarcazioni realizzate hanno costruito pezzi di storia. Si citano, il caso del motoveliero S. Giuseppe Due, con il quale gli italiani grazie all’esplorazione di nuovi territori in Antartide, si guadagnarono il diritto di partecipare alla ricerca e allo sfruttamento delle sue risorse; la vicenda dell’allestimento del film “Cleopatria” per l’adattamento delle navi alla vicenda storica, per la quale il cantiere che curò l’allestimento ricevette un attestato di merito dalla Twentieth Century Fox Producrion L.T.D.