Tradizione e folklore
Il territorio vesuviano si caratterizza con degli esempi di animata identità popolare e folkloristica, lo sono i mercati ortofrutticoli, il Mercato dell’usato di Resina e le zone portuali.
Luoghi antichi dove si vivono abitudini antiche e una forte passione per la religiosità popolare, come avviene ancora oggi con i Fujenti della Madonna dell’Arco e il noto Santuario.
MERCATO DI RESINA
Il mercato di Resina è forse il più famoso dei mercati di abiti di seconda mano e surplus militare del sud. Tutte le mattine anche la domenica, ci si possono trovare autentici pezzi di vintage e pelletteria nuova e usata. Molti i negozi di abbigliamento di seconda mano che fanno concorrenza alle migliori boutique della città. Nasce durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1944, quando si smerciavano oggetti e vestiti trafugati ai convogli americani di passaggio ed è cresciuto negli anni successivi fino a diventare un’istituzione. Dopo un momento di crisi con il terremoto degli anni Ottanta, quando gli edifici di via Pugliano subirono ingenti danni strutturali. Il mercato rinasce dopo il 1996 grazie a un intenso programma di ristrutturazione. Il mercato di Pugliano è il vero paradiso dell’abbigliamento vintage e ci si può trovare tutto quello che si è sempre desiderato, dalle pellicce ai vestitini di Chanel, dai jeans anni Settanta alle scarpe di Dolce e Gabbana. Oltre ai venditori di ciò che un tempo si chiamavano “pezze” cioè stracci e che adesso sono ricercatissimi capi di abbigliamento, trovando anche merci nuove a basso costo. Molto frequentato dai giovani di tutta Napoli e dai costumisti di Cinecittà tanto per citare alcuni, gli abiti di scena di film come “I cento passi”, “La meglio gioventù”, “Prima dammi un bacio”, ecc.CULTO DELLA MADONNA DELL’ARCO
Dove oggi sorge il Santuario, nei pressi di un arco romano a Santa Anastasia, un tempo c’era un’edicola votiva dedicata alla Madonna. Tra il ’400 e il ’500 due miracoli accrebbero la fama della Madonna dell’Arco incoraggiando flussi di pellegrini e devoti. L’interno del Santuario è a croce latina con oggetti e arredi in pietra vesuviana e decorazioni barocche. Un tempietto al centro del transetto custodisce l’antica edicola abbellita da marmi intarsiati. Un altare, forgiato con pietre dure da scultori di Carrara, consente ai devoti di venerare la Madonna dalle morbide sembianze. Tra le altre opere d’arte, il Santuario conserva un pregevole crocifisso ligneo del seicento e due tele di Luca Giordano.Pellegrinaggi durante tutto l’anno animano questo luogo sacro, ma di particolare suggestione è la processione dei Fujenti del lunedì in Albis. Una tradizione che si protrae da 5 secoli che richiama il primo miracolo della Madonna sanguinante. Un giocatore di pallamaglio, furioso per aver perso, colpì l’immagine votiva che prese a sanguinare. L’uomo iniziò a correre e a saltellare senza potersi fermare e per punizione fu impiccato. Così i fujenti, vestiti di bianco e a piedi scalzi, nell’ultimo tratto della processione, corrono freneticamente per espiare il peccato dell’empio giocatore. I fujenti portano in dono alla Madonna gli ex voto per grazia ricevuta. Il Santuario ne conserva a migliaia di tutti i tipi, la collezione forse più copiosa del mondo cristiano.